< < ? > > Da un uncino con avvolgimento antiorario sovrastante verticalmente un puntino, cosa ci si può aspettare? Puntino si avvicinò al focolare, prese la legna, scelse quella meno umida e cominciò a preparare il fuoco. Mise i ciocchi più grandi in posizione verticale, li sistemò in modo tale da formare un triangolo con l’apice rivolto verso l’alto, poi prese un foglio di carta e lo infilò sotto una cascata di fascine. Alzò lo sguardo verso di sé, prelevò un fiammifero dalla scatola, strinse lo stelo fra le dita, sfregò la sua capocchia ricoperta su una superficie ruvida e, para-pa-zum! Un bagliore brillante iniziò ad illuminare quella notte.
Domanda era bella, di una bellezza intoccabile, quasi lontana. Si conobbero in un giorno imprecisato, in un luogo che ancora non sapeva di esistere, in un’epoca di passaggio. Puntino si accorse che quando stava con lei faceva meno freddo, aveva un odore di ciclamini e di viole respirati tutt’assieme, gli girava la testa e gongolava di gioia. Iniziarono a frequentarsi. I giorni scivolavano così, uno dietro l’altro, uno pieno dentro l’altro, reciprocamente collegati secondo una linea unitaria di sviluppo comune. Una storia costruita pezzo a pezzo, passo passo. Una successione illimitata di intonazioni ascendenti, su strade ricoperte di silenti sorrisi, lungo intervalli scevri di spot pubblicitari, caratterizzati da sbrigliate e vivaci fantasie.
Attorno a loro sfilavano le mode, i luoghi comuni, le tradizioni e, il vento… Quella fu una serata come tante altre, ma completamente diversa da tutte le altre. Uno stuolo di stelle ribellanti generò la notte fatta di tutte le notti, che aveva imparato a far da sé, e mirava a un mondo migliore. Mentre un alter ego sorto a pugnar, drizzava lo sguardo su un giorno che voleva anche suo. Quella notte fece sì che Uncino e Puntino rovesciarono lo “status quo”, e divennero amo…
Alzando gli occhi dalla traiettoria della ruota si videro in lontananza i colli. Dietro i colli, il sole dava tutto il suo splendore in un’ aurea di colori, forti, intensi, luminosi! … Pronto a salutare dopo aver sfoggiato la sua immensa vanità …” Buonanotte” disse… e se ne andò!!!
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Nove, e dodici minuti… : )