L’ultimo spenga la luce. Grazie…

Un sistema social partecipativo rinchiuso nei confini di uno stato contemplativo sovrano. Al di là di questi confini, sembra, non ci sia più relazione. Uno spazio terreno che seleziona un pensiero vincente e lo diffonde. Un Social giardiniere. Che sostituisce alla crescita libera e spontanea un modello prestabilito, all’armonia disinibita un ordine ragionato e controllato. Che cataloga le piante in ben accette e mal accette. Alle prime riserva posti soleggiati e fertili per favorirne la crescita. Ed isola ed estirpa le seconde…

Una specie di serra in cui germogliano i semi della comunità virtuale, sotto forma di likes, emoticon, scambi, collaborazioni, condivisioni. Un moderno conduttore della volontà generale in cui i sentimenti sono forgiati in pillole e le pillole in ripetute istantanee che devono dar luogo a fenomeni di partecipazione diffusa. È qui la mutazione genetica: la partecipazione vive ormai soltanto nell’immediato. Nella scorciatoia di momenti singoli e di fuochi fatui. Senza alcun bisogno di approfondimento. Il post diventa così un performer, che non cerca più di costruire qualcosa, perché gli basta strappare una dose di consenso quotidiana e una delega periodica…

La massa dei followers è costituita da soggetti passivi. Gente che va, gente che viene, ma chiunque venga e dovunque vada niente cambia nella nostra vita o nelle nostre prospettive. Quanto a noi, crediamo di partecipare, senza accorgerci che in realtà il nostro post è stato trasformato in uno show. La comunicazione come l’indignazione si accendono e spengono come la televisione. Il rapporto è soltanto verticale, mentre relazione e partecipazione scorrono in orizzontale, unendoci agli altri. Una forma di partecipazione sempre più svuotata. Il gesto che si consuma mentre si compie, incapace di far evolvere se stesso disegnando un percorso culturale. Siamo sospesi nel tempo. L’ultimo spenga la luce…

P.S. Le mie parole non sono universali, sono filantrope. E sono discutibili. Come tutti i giudizi umani…

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *