Justice

Riconosco di aver perso tempo accanto a certa gente. Non riuscivo più ad andarmene,  rimanevo imbambolata dinanzi a tanta impudenza, a tanto niente. La loro banalità soddisfatta mi paralizzava. D’altra parte è vero: provavo disgusto, ma resistevo. Volevo solo fare un’incursione nella contrada del giusto, palpare con mano questa realtà solenne. Non ero ancora entrata, e già tutto mi pesava…

Da lontano vedevo ombre allegre, rumorose, riconoscenti, giurare fedeltà al padrone del vapore. Un ammiccamento alle pecore di tutte le stagioni, un’astrazione del lusso, una genuflessione intonacata di brillantina e olio di menta. E’ necessario passare sotto il ponte della pioggia, per avere la visione completa di quella porzione di cerchio frutto dell’irrazionale: quel ventaglio di colori chiamato arcobaleno. Infatti passavo, non per caso, dove la speranza è un malinteso, e la curiosità una porta da spalancare: hai d’accendere?…

Ciao, faccio la farmacista, sono qui perché mi hanno invitata. Conosco il proprietario della villa, mi ha trovato un lavoro nella zona più popolosa e periferica della città, e sai il perché? Non certo per i modi cortesi e raffinati della gente. Nelle periferie ci sono più malati, quindi le farmacie fanno più soldi. Ma che sto dicendo, scusami! Mi sono lasciata andare! A proposito, se il nostro assistente in prova, mi sentisse…

Lui, non parla che di sociale. In una parola, che noia! Lui vorrebbe cambiare le cose: l’altro giorno ha creato un casino dopo aver sorpreso un suo collega mentre rubava dei farmaci. Lo so bene, all’inizio queste cose fanno indignare. Ma se sei una persona intelligente, alla fine capisci che le cose vanno così e le accetti. Te ne fai una ragione! Ma lui niente, non vuole abituarsi. Un tipo così fa venire i nervi. Pretende che tutti la pensino come lui, è un provocatore nato! Non vuole sentir ragione di prescrivere farmaci ai malati, e quest’ultimi, giustamente, sono furiosi contro di lui. La gente adora le medicine, più medicine gli dai e più ti impadronisci di loro…

Raccolgo la mia virtù e vi lascio giudicare da soli. Ho ascoltato abbastanza. Il vento mi chiama. Attraverseremo la prateria del silenzio. Ci sottrarremo a questa folla triste. E prepareremo la tempesta. Accanto alla vita. Accanto al sogno. Senza pensare più a niente…

 

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