Non vedere il cielo, ma riprodurre il rumore dell’acqua in una fontana verde e azzurra, nel cemento, nella falsità e nella luce al neon. Ci sono panchine dove sedersi. Il centro commerciale è come una piazza. Nella quale si organizzano eventi. Non più spettacoli. Dove i bambini giocano come in un parco. Una civiltà che addestra ogni individuo all’esercizio incondizionato della futilità. Che volta le spalle al sole, che abbandona le proprie radici. Riflessa nella forma elegante degli spazi che abita, dei comportamenti e delle parole che adotta. La donna ne è lo specchio di maggiore trasparenza. Essa può solo seguire un’inclinazione. Anche quando la società la trasfigura in un ideale di bellezza e privilegio. Per poi abbandonarla e additarla all’umiliazione. La notte mi sveglio di soprassalto e penso a voi. Vi allargano le gambe da secoli, senza carezze, senza tenerezza. Insoddisfatte, coltivate, livide di silenzio e di brutalità legalizzata. Il vostro corpo è annullato e voi continuate a far parte della festa…
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