Dalle ceneri, dalla vanità e dalle macerie prende forma l’ideale, ovvero il compimento dell’immagine dell’essere umano. Un’identità che non è solo emancipazione economica ma qualcosa forgiata dalle nostre mani. Una corrente ideale che non ammette distinzioni di razze e di nazionalità ma considera tutti gli uomini appartenenti a un’unica grande patria. Ci serve trasparenza, per capire. O meglio: una firma che non assiste, ma partecipa. La risposta alle difficoltà di farsi capire passa attraverso una riscoperta personale. Questo è il punto di vista di eritArt. Una ricchezza estetica e artistica come motore della sua riconoscibilità…
Non sono una pietra consacrata. Non sono un fantasma. Sono soltanto una donna. Una donna povera. Ricca della sua parola e dei suoi sogni. Sono qui con il mio fratello RaffaPa e il mio piccolo universo. Continuiamo a parlare e a ridere. Parlare con noi stessi. Danzare con noi stessi. Parlate! Non trattenete più l’insoddisfazione in fondo alla gola. Andate nelle notti, nei giorni, fate, disfate, cantate, ma non rimanete più sepolti nel silenzio e nella paura. Poiché è sorridendo che dovremo sognare…
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