Intesso le parole nell’ora e nell’oggi e rivesto la mia anima. Vado di sillaba in sillaba, di vocale in dittongo a metter radici. Le unisco con l’amore che facciamo fra due silenzi. Avviluppate alla purezza un seguito di scosse. Sfuggite come un lampo. Mi spingono fuori da questa sotterranea onda. Oltre i confini del visibile, un sorriso. Le conchiglie seguono la corrente. Le tue natiche mi tengono caldo nei vicoli della tenebra. E vibrano i respiri come le stelle del mare…
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