Serve una maggiore aggressività per affrontare un simile avversario. Parlo di un atteggiamento morale. La parola è meglio che non si senta. Più la sua presenza è discreta e più importanza dà a quello che dice. Non leggo quasi mai, ascolto. Cerco la misura per cui il linguaggio non sia tanto legato alla narrazione quanto alla musica. Tento di trovare il tono giusto, il respiro. Questa è per me la parola: la capacità di mettermi in gioco e di non fare mai il primo della classe. Non parto da un pensiero astratto avuto in prestito dalla moda del momento, ma dalla cultura della terra, del mare, degli alberi, del vento. Sentire quello scrivere non più fatto di segni grafici convenzionali, ma di solo universo…
Ho sempre la volontà di togliere, mai di aggiungere. Non voglio abituarmi alle cose che non sono fatte per me. Vivo la felicità della privazione. Ogni rinuncia può diventare una fonte di gioia. Ti offre una possibilità nuova. Può darsi da fare e farti godere. Le cose quando sono in abbondanza non ti danno più appetito. Il nome delle persone non m’interessa. Come non sono interessato al mio. Credo che l’importante siano le espressioni che esprimono i nostri volti. Perché le porteremo dietro per tutta la vita…
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