Per il cammino vestito di nuvole e montagne che consuma stelle, e mani, e tempi. Partiamo per andare in nessun luogo. Non siamo interessati a considerare l’ideale. Vogliamo percorrere l’ideale. Dove principiano i passi di un popolo bambino che stormisce all’universo il suo giorno. Che scuote le certezze di coloro che hanno previsto tutto. In questa apertura c’è uno sconfinato finito. Dietro una foresta, un mare, e una donna. Lei sogna e si guarda intorno. Ode il rumore del vento che si sposta. Che avanza ogni giorno un poco. Ri-bellarsi. Ossia ri-tornare al bello. Di che cosa avete paura? L’impegno per accrescere la nostra felicità sarà sempre considerato sovversivo da chi ci vuole eterni insoddisfatti. Ci dovremmo sentire in colpa per questo? Il sogno non è come una banconota. Passa di mano in mano e acquista valore…
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