… Spesso al singolare con valore collettivo. Con il suo complesso di suoni organizzati. Sotto l’azione di un accento: espressione accennata, sfumatura di sentimento. Le chiavi della parola, le contiene un’altra parola. Con le sue nozioni colossali, i suoi giardini ben curati, il suo ordine netto, i suoi fiori rari, la sua follia e le sue dittature. E’ nelle sue pause, nel suo dire, nei suoi anfratti, che tentiamo di crescere e comunicare. Loro non appartengono a queste menti codificate all’interno di un ordine costituito. Se c’è arte, eccola. La parola non ci divide, ci circonda. Ma quanto necessario, senza eccedere. Rappresentano le basi cosmopolite di un blocco di disponibilità. Impeto di un istinto sfrenato, e non stabile roccaforte modernista, assuefatta alle convezioni strette nel docile legno del compromesso. Loro non appartengono a queste pietre lisce e ben squadrate collocate come una legge… (continua)
