Volge a sinistra, sale su un poggio e si ferma in una crocevia di sguardi che rassomiglia alla stella dei venti. Delle mie parole faccio una scala. Delle nostre lingue una salita. La tua pelle è una prateria che dice il vero. Costringiamoci. Al punto d’incontro tra il bianco e il nero. Laddove il punto nodale si scioglie. Che sia il nostro giorno. Mentre il sole saetta sulla fronte dei pianeti e vi scorre sopra. Senza fermarsi. Senza lasciare solchi né rughe. E costruisce il suo nido sul ramo della congiunzione, all’attacco dell’infelicità. Il pentagramma è un intreccio che interpreta la terra come un fiume e non come pietra. La sua linea è nel mio corpo e nel tuo corpo. Il suo sussulto tinge i tuoi passi e i miei passi. Che sia il nostro giorno, ora…
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