Tra colpi d’occhio e colpi di vento siamo arrivati al giorno degli auguri. Sembra lontanissimo quell’otto marzo 2021. Quando tutto cominciò. Da allora non abbiamo saltato un giorno. La musica di sottofondo è malinconica: meglio se ti stancavi. Ma questo scendere dalla giostra che continua a girare mi dà forse una chiave di comprensione: bisogna cessare di essere RaffaPa per continuare a essere RaffaPa. Niente di drammatico, nessuna forza del destino, alcuna lacerazione o frattura. Le jardin reste ouvert pour ceux qui l’ont aimè, diceva uno di Neuilly. Ma insieme ai ringraziamenti bèccati anche gli insulti (ne so anche in francese) di noi inversamente dipendenti. Come faremo? Forse faremo. Auguri,
RaffaPa & eritArt