Avevo voglia di cambiarla. Non per me. Per lei stessa. Per le sue giornate intrise di polvere e paure. Figlie di una malintesa indulgenza, eccessiva e colpevole. Attraversata da fili d’argento e lacrime d’acquiescenza, parlava. Diceva che in questo paese le cose si fanno, con l’aria di non fare niente. Lei parlava. Lei scriveva. E niente cambiava, nulla si muoveva. Avanzava in mezzo alla folla come fosse una straniera… (continua)
