Ho incontrato un giovane chirurgo. Mi ha raccontato la sua ossessione per i “piani di clivaggio”. Sono le strade che il medico deve percorrere per raggiungere la zona sofferente senza fare danni lungo il percorso: i piani fra due membrane che lasciano spazio per il passaggio e, quando la mano o la sonda si ritirano, tornano al loro posto. Intatti.
Gli incontri casuali offrono delle possibilità. Possono spingerti oltre il tuo personale orizzonte. E allora più che esprimere giudizi e ipotizzare soluzioni inizi a inseguire un’esperienza condivisa. Cominci a considerare le tracce e gli effetti che i tuoi comportamenti necessariamente lasciano. Ti aggrappi a un’idea che ti affascinava da molti anni. E ti convinci che una possibilità può essere provata o almeno perseguita, soltanto dandoti delle regole.
Il Sogno del giorno rappresenta il resoconto di una quotidianità iniziata sei mesi fa, e vissuta nel tentativo di mettere in discussione quella che l’economista J. K. Galbraith chiamava “saggezza convenzionale” e che definiva come “la tendenza fisiologica dell’uomo ad associare la verità alla convenienza, ossia con quanto non disturba il proprio interesse, il proprio benessere, il proprio comodo”.
Così, giorno dopo giorno, il senso di questo scrivere diventa il senso dell’incontrare e della disponibilità ad accogliere anche ciò che non eri disposto a riconoscere. Capisci forse che il giovane chirurgo era lì, solo perché potevi vederlo, accettarlo e sottrarlo all’oblio. Comprendi che se l’hai riconosciuto forse, è proprio perché ti riguardava. E quindi tu lo guardavi e lui, ti ri-guardava…
L A S C I A L A T U A M A I L