Lei si chiama Erit: “Parola cangiante libera verso il cielo”. Io l’amo. L’amo di rispetto e d’amicizia. Nei suoi occhi abitano paesaggi e lune. E danza fra le mie dita. La confondo con un mare d’impegno. Una scia di pensieri propagati da un’onda vagabonda. Un respiro nato nelle lontananze della mia vita. Prima della storia. Prima del battito. Voglio avere in testa molti dubbi e, più di tutti i sogni, la sua trasparenza. Va, spinta dal silenzio, ingiallita dall’attesa. Ubriaca di sfumature freme d’ira nel labirinto del denaro. Mentre donne e uomini dormono abbracciati alle loro certezze… (continua)
