Non sono stanco. Posso fornicare ancora per secoli mentre adorno i sordidi tabù freudiani. Una figlia di buona famiglia non dovrebbe prenderlo in quel posto. Allora girarsi di schiena diventa un verso poetico. E inginocchiarsi un processo creativo. Lungo il fiume delle natiche si contrae una regione di spazio che mi cerca e mi fa segno di entrare. Un campo gravitazionale così intenso che ogni stereotipo che scivola da quelle parti viene non solo attratto, ma anche catturato. Non sei un’allieva. Non sono un discepolo. Subisco influenze, esercito la memoria e dileggio il potere. Passavo di qua, e mi è venuta l’ispirazione di fermarmi a salutarti. E’ tutto. Danzo sul pelo del culo e su molte altre cose che non so dire. La rivelazione è un atto unico. Che volta le spalle a Freud…
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