Fosse anche per una sola persona, è per lei che parla. E se Erit parla avvolta in questo suo costume fuori moda, nella sua lingua sconosciuta, è per proclamare che quello che ieri era un lavoro, è oggi un dovere. E siamo rimasti solo noi a poterlo compiere. Perché la parola ritrovi il filo del discorso. Ché corra nel filo del vento, con un filo d’ironia, sul filo del risveglio. Che conduca sul punto di vista, sul punto nevralgico, sul punto d’appoggio, sul punto presente. Che s’insinui in tutti i punti possibili ed in quelli impossibili. Per rendere visibile il miracolo. Il miracolo del fare, insieme.
