Laura Piras
Guarda quanto ce l’abbiamo Lungo
questo sentore di giustizia d’esistenza
e credici credici credici quando ti ripeti:
“Che ne dici, ci manchiamo?”
e manchiamo
mancando
e marchiamo
al secondo
tentativo
di realtà.
O ne hai avuto soltanto una?
Se la risposta è sì, ci credo
però, insomma, chi è che ti scuoia, hai voglia, insomma?
Andiamo a fare un giro?
Per ogni cervello di senape e salsa rosa
io coprirò te di mille cervelli multicolore,
può funzionare?
Oppure
se apparisse
come tramonto
la risposta sarebbe:
ti voglio proprio bene!
Magari somiglia ad un volto
dal cielo sopra la testa e l’anima che
di tanto in tanto
s’arresta nel ricordo
di un ricordo
svelato
o il sorriso
del pallone che passa sul gelato
appena caduto
che schifo ifo ifo
tutto appiccicato e,
mannaggia,
chi ha preso il cavallo alato dal giardino?!
Si fa per dire,
poverino,
non vedeva l’ora di un bicchiere di vino.
Se non risali
o ancor peggio sei
sceso e risalito e adesso
sceso nuovamente,
I colori, mi va di giurare,
son sempre grotteschi
e, per forza di cose,
che panico,
che ansia,
dov’è
la grazia che
insegnavi
chi è
di te e
tra te
quello delle navi
e il mare
Vorresti dirmi
che tutto il mare mio
non è né mio né tuo?
ma siamo qui
pazzi
allora chi
sono io?
E quale del mio
è il tuo?
Guarda quanto ce l’abbiamo Lungo
questo sentore di giustizia d’esistenza
e credici credici credici quando ti ripeti:
“Che ne dici, ci manchiamo?”
Io soprattutto ti prendo la mano, davvero, o vuoi la mia in dono?
come vuoi
anche evitando le parti più brutte
anche sentendo che siamo un po’ rotte
ci abbracciamo, a me non fa paura
e ti faccio un po’
suonare le ossa
ti tengo a me come fossi
io
senza ossa
davvero, però
con la forza di
Sostenerti
sempre
all’incirca tra ora e
l’oltre e poi
fisica-
mente;
mi va di giurare.