Di un Altro Sogno Ora io Ti Sognerò

Sto imparando che è indispensabile una certa distanza, tanto che anche quando penso, ormai, tendo ad allontanarmi mentalmente dal luogo dove scorrono i pensieri. Perché se resto dentro, attaccato ai concetti, i parametri risultano tutti diversi. Mentre si pensa, si rimane talmente all’interno di certe relazioni, a determinati rapporti con le cose, al punto che diventa impossibile accorgersi di quello che è davvero importante…

Rimango talmente invischiato nel problema, che magari mi sfugge il fatto elementare che non c’è solo conflitto tra me e i pensieri, ma anche dei pensieri fra loro. E questo perché esiste un conflitto fondamentale, tra ciò che è davvero nel registro del pensiero, e ciò che inganna il pensiero: la sua modalità di composizione. C’è una sorta di violenza immanente che affligge il pensare. Si manifesta quando le cose tendono a essere ordinate e prive di interesse. Alcuni pensieri sono quieti, tranquilli, ma di una cautela strana, sospetta…

Percepisco la costruzione di una visibilità di estremo interesse che entra immediatamente in conflitto con una visibilità priva di interesse. Il pensiero non è un’arte pacifica. Neppure un’arte contemplativa. Pensare è l’occasione di ipotizzare e verificare soluzioni alternative. E’ lì che volteggia lo sciame inquieto delle possibilità, dove sono presenti un punto di vista, una prospettiva, e una presa di posizione. L’idea va dritta per la propria strada, ma contemporaneamente sa accogliere, e anche trasformare ciò che lo schema scolpisce nella pietra…

Se rimango mezz’ora a lavorare, immerso nei ragionamenti che la realtà stessa presuppone, i parametri di giudizio si chiudono sul presente, e nulla diventa percepibile al di fuori di quello. Occorre uscire da queste costruzioni mentali già fatte e ordinate. Come si può prendere in considerazione il tempo senza una coniugazione al futuro?…

Il pensiero non è solo la rappresentazione di qualcosa. Ma è quella facoltà che si pone come obiettivo di modificare quel qualcosa. Per ottenere questo ci deve essere una lotta invisibile tra i pensieri stessi. In questo mondo non unificato i miei pensieri si tagliano in due parti: nella stessa idea sono presenti elementi che non sono compatibili. Nel mondo c’è chi pensa che lo sfruttamento è una cosa buona, e chi pensa che lo sfruttamento è una cosa cattiva…

Il pensare è un’arte che non può essere pura, perché è un’arte che è definita, in un certo senso, dalla lotta contro se stessa. Questa è la ribellione che tesse catene di carezze e rinchiusa nell’oblio rinasce assieme al sole. Oso contrappormi al tiranno. Perché non è la fine del pensiero, è un’altra modalità del pensiero. La stasi di fronte a un bivio, e la consapevolezza della scelta come unica via di uscita. Così quando penso, mi allontano dai pensieri. Tutto questo per dirti che ti voglio bene, e che svincolarsi è parte costitutiva del lavoro della mente. L’esplorazione è fondamentale. Non vedo niente: posso solo fare. Un nuovo modo di pensare il reale, il mio rapporto ideale…

 

 

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