Un sistema social partecipativo rinchiuso nei confini di uno stato contemplativo sovrano. Uno spazio terreno-virtuale che seleziona un pensiero vincente e lo diffonde. Che sostituisce alla crescita libera e spontanea un modello prestabilito, all’armonia disinibita un ordine ragionato e controllato…
Una specie di serra in cui germogliano i semi della comunità virtuale, sotto forma di likes, emoticon, scambi, collaborazioni, condivisioni. Un moderno conduttore della volontà generale in cui i sentimenti sono forgiati in pillole, e le pillole in ripetute istantanee che devono dar luogo a fenomeni di partecipazione diffusa…
Il post diventa così un performer, che vive soltanto nell’immediato. Nella scorciatoia di momenti singoli e di fuochi fatui. Non ha alcun bisogno di approfondimento, e non cerca più di costruire qualcosa. Gli basta strappare una dose di consenso quotidiano e una delega periodica…
Una forma di comunità sempre più svuotata. Una massa di followers costituita da soggetti passivi che si accendono e spengono come la televisione. Dove il gesto si consuma nel tempo in cui si compie, incapace di far evolvere se stesso disegnando un percorso culturale. Siamo sospesi nel tempo…
L’ultimo spenga la luce, grazie…