Pace?

Qui va tutto veloce, e nulla si muove. Si cammina, si corre, ma è come se non ci si muovesse affatto. Non si avanza. Non si fa neppure un passo avanti. La vita procede e gli uomini cambiano la maschera…

Vedo una terra di nessuno disseminata di egoismi. Una dimora per il silenzio. Una terra arida come la sicurezza, immobile come il cemento, che ha deciso di chiudere gli occhi, di imbellettare l’indecenza…

Parlo di una patria dove c’è troppa terra e ci sono poche radici, dove le mura sono spesse e la gente molto leggera. Le capacità hanno poca importanza. Il denaro, il rango sociale, sono qualità più che sufficienti, e incontestabili…

Vado e vengo in questo tempo maledetto dal denaro, dalle disuguaglianze, dall’indifferenza. Un’epoca d’acciaio e di vizi inconfessabili, avvolta in un simulacro di rassegnazione, in cui soffochi, ma resti vivo…

Ti racconto una storia: in un deserto ci sono due tribù. La prima ha l’acqua. La seconda è senza. La prima vive tranquilla godendosi i propri agi, e dice di volere la pace. La seconda reclama l’acqua…

Pace?

 

 

 

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