L’indicativo futuro

Mi hanno proposto di lavorare per loro. Mi hanno detto che l’innocenza della vita deve essere protetta, e che si deve impedire che la parola dei ribelli finisca per distruggere l’animo del mondo

Non conoscono vergogna. Mi piacciono i volti del potere, li si riconosce subito: nessuna scusa, nessun rimorso, solo una pietra piantata all’altezza della testa, e poi un monticello di terra grigia…

Mi sdraio fra questo manto compatto e i ciuffi di terra selvatica. Preferisco guardare i giovani. Mi tuffo nell’oceano e vivo con la flora marina. I giovani non sono nuovi, ma sono belli. I loro Sogni sono più sbrigativi di quelli che mi trasmettono le statue…

Mi raccontano le loro storie su Come solcare la palude stagnante dell’angoscia contemporanea. Hanno capito che la vita è darsi un abitare dalle parti del cuore. Nessun rigore, nessuna simmetria nella disposizione dello spazio. I giovani arrivano e prendono posto…

Che non vi separino da voi, e non vi guardino domani come si guardano le statue. Che la storia protegga il vostro ritratto, quello più fedele, quello più vero…

Siate responsabili fino in fondo. Comportatevi come per sua tranquillità il potere vi descrive: precari, drogati, saccheggiatori. Non mettetevi in salvo e insorgete al più presto…

 

Ai giovani

 

 

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