La pace dimessa e il voto utile

La stanza non è grande. La porta non è lontana. In questa democrazia triste, dinanzi allo scenario perfetto ma irreale in cui si pagano meno tasse e si hanno servizi gratuiti e di qualità per tutti…

Stravaccato sulla poltrona del salotto, in coda a vite privilegiate. Di fronte alla falsa dicotomia “o con noi o contro di noi” che semplifica il quadro politico e polarizza la realtà impedendo il confronto e l’analisi…

Sgravato di ogni dovere e d’attenzione per il mondo intorno, governato dall’economia, vengo assorbito in una specie di limbo attonito…

L’idea di educarmi alla pace e alla giustizia è stata tacitamente dimessa, o rimandata a un’età di mia maggiore saggezza, come mi fosse concesso un supplemento di tempo. In questo aiutare la democrazia a portare le armi consiste il mio dovere quotidiano…

Quindi il portare il voto utile, è l’unica cosa sicura, l’unico dovere accettato come innegabilmente necessario. Nel posare i passi lungo un percorso immutabile come un binario, la democrazia può vagare libera e protetta…

Incapace di distinguere il vero dal falso, il certo dal probabile, la direzione della vita pubblica è un piano teorico in confusione. Una gara a rassicurare, a “mostrarsi maturi per governare”. Dalla destra al centro, dal centro a “sinistra”, tutti ci mettono la faccia, sui social…

Tutti presi dallo sforzo ipocrita e penoso di far diventare il proprio personaggio esemplare in qualcosa (una rivendicazione, un voler essere) che continuamente sfugge…

È ora di cominciare a lottare per un’altra cultura…

 

Una mattina mi son svegliato…

 

Cernobbio

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