Ecco che dovrei aprire una parentesi per informare che questo universo delle Prealpi Sognanti per reggersi in piedi aveva bisogno di entrate. E che da tempo tra lui e l’esercito dei pianeti indifferenti c’era uno scontro continuo…
Molte cose dovrei ancora aggiungere per spiegare com’era questa contesa in quei luoghi e in quei mesi, ma non voglio mettere ordine ai ricordi e spiegarli con la logica del tempo passato…
Quello che voglio riportare alla luce è il momento in cui ho piegato per un passaggio aperto sul vuoto che gira giù in basso intorno a questa storia…
Tre parole in fila indiana per delle galassie rade e rossicce con un punto di domanda: gli eBooks…
Volevo allestire un progetto che non fosse prigioniero del livellamento, della subordinazione al denaro, e tenesse conto dei crateri presenti sulla luna…
La Via Lattea era una volta colma di lavori che mi stavano a guardare. È ancora una volta l’impegno, non l’ammasso globulare delle garanzie, a tenere le fila di tutto…
Gli obiettivi che mi ero assegnato me li ricordo: favorire l’aggregazione di particelle di materia e lo spostamento degli spettri, spezzare il filo temporale della storia e darle la forma di un corpo frammentato, infine sbarrare la strada alle multinazionali se cercavano di arrivare da queste parti…
L’importante era che questa ascesa nell’incerta nube di polvere rappresentasse per eritArt l’inizio della sua evoluzione: mettere nelle tasche qualcosa di concreto per andare avanti…
Quello che vorrei sapere è perché la rete bucata delle considerazioni trattiene certe valutazioni e non altre. Perché le persone si lamentano delle cose, e poi tornano sempre alle stesse cose senza vedere cosa c’è dentro…
L’importante era che l’anonima lettrice o il silenzioso lettore afferrassero che gli eBooks bisognava comprarli non per leggere le gesta di uno scrittore…
Non potendo rappresentare gli invisibili, li deducevo per eccesso del visibile, come una parola che esorbita dall’orbita della narrazione, che non è percepita dallo sguardo stesso che l’ha prodotta…
Un po’ lo stesso effetto che, secondo la fede, sortisce la Corazza di San Patrizio, che aveva il potere di cambiare l’aspetto di chi la proferiva agli occhi dei nemici…
Comprarli portava dentro una visione nuova, nella quale contenente e contenuto, vedente e visto, fossero un tutt’uno. Quello che c’era da scoprire non era l’abisso del mistero o lo scioglimento della trama, ma le loro genesi…
La meraviglia è l’aderenza e la compartecipazione dello sguardo alle cose. Si poteva benissimo non leggerli. Ma era giusto comprarli perché ci obbligavano ad ammettere che ciò che vorremmo allontanare ci è intrinsecamente vicino…
Ecco allora che il rito purificatorio dell’acquisto poteva essere anche visto come un’offerta agli inferi, agli dei della rinuncia e della sconfitta, l’adempimento di un rifiuto…
Con gli occhi gravidi di stupore e svuotati di storia, perché quando la parola diventa insieme sta salvando qualcosa. E non è l’emozione, la passione, ma il pensiero…
P.S. La responsabilità di quanto accade non è nel sopruso affaristico, dinamico, duttile, flessibile, profondamente infiltrato nel vitale tessuto sociale ed economico di questo paese…
Ma in quella gran parte della cittadinanza che mostra una sorprendente cedevolezza e friabilità rispetto agli interessi e agli appetiti delle locali ingiustizie…