Incompleto grigio – Episodio 1 –

È come se qualcosa che non quadra si rivelasse nel rapporto con la realtà. Un vizio di fondo della mente. Un’idea sbagliata sulla parte che tocca ai governi e la parte che tocca al popolo italiano…

Il considerare la responsabilità personale non come il campo della scelta o della prova, ma come un accessorio superfluo, un peso da cui sfuggire…

Non si tratta di un caso, ma di una necessità interna, di una coerenza sistemica. In quest’epoca a triangolo i lati non soltanto influenzano gli angoli, ma li determinano…

La società ha assunto una forma di mercato anche in tutti quegli aspetti che non sono strettamente economici: attività intellettuale, forme culturali, modalità educative, rapporti umani…

Nella ricerca del guadagno la maggioranza è divenuta austera e squadrata come un muro di cemento. Si preserva dai rapporti con gli altri che non siano programmati e intesi a un fine…

I principi alternativi resistono ai margini, e si guardano passando. Quest’atavica insofferenza a muoversi, trovarsi altrove che nel proprio orticello. Le mille attese che ci infliggiamo e per cui non c’è appuntamento…

La responsabilità se la guardi fissa t’acceca. Le basta qualche strato di difficoltà più densa perché impallidisca e si appanni fino a sparire…

Gli utili si privatizzano, i problemi si socializzano. Basta condividerli il più possibile per accettarli, come se ogni prevaricazione diventasse più tollerabile se percepita in modalità collettiva…

Questo quotidiano retto da quell’appiccicosa abitudine a un diritto che viene tolto, più che un diritto, una dimensione, un universo, uno spazio della mente…

 

P.S. La responsabilità di quanto accade non è nel sopruso affaristico, dinamico, duttile, flessibile, profondamente infiltrato nel vitale tessuto sociale ed economico di questo paese…

Ma in quella gran parte della cittadinanza che mostra una sorprendente cedevolezza e friabilità rispetto agli interessi e agli appetiti delle locali ingiustizie…

 

 

 

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