La resurrezione s’imponeva al margine della settimana. Un risveglio improvvisato non le interessava. Una rinascita neppure. Domenica voleva occupare il suo posto nel finito e nell’avvenire…
Parla in questo suo costume fuori moda, nella sua lingua sconosciuta, coricata sulla giostra della fantasia. Mette in discussione tutto ciò in cui crede, scava nel suo io e nelle convenzioni sociali in cui è addomesticata…
Quello che c’è da salvare non è il principio del giusto, ma è la giustizia. Allora chiude la bocca per poter parlare, spodesta la ragione e cambia colore al conformismo. Penetra quest’aura boreale come un incontro erotico con una identità invisibile, nella regione creativa che sfoglia errori e dissolve ordini…
Prova a vincere questa tentazione di essere parte di un mondo che apparentemente funziona, che approfitta della potenza del suo spirito di adattamento per farle apparire plausibile, o normale, ciò che normale non dovrebbe essere…
Domenica da sempre si riconosce in questa diversità di approccio alla vita, in quell’elegante incedere che spinge l’egocentrismo umano verso il bene collettivo…
Non riesce a tollerare questa normalità sconcia, fatta di corruzione, corrosione morale, sorda e sotterranea disgregazione civile. Ama la scelta che non si uniforma alle aspettative degli altri e chi resiste alla nostra epoca perché non ha intenzione di tollerarla…
Nei luoghi in cui si annuncia una libertà diversa. Un passo davanti al pensiero. Prende corso e forma d’innocenza, varca le frontiere, soffoca l’ipocrisia, figura l’emozione…
Domenica indossa un incandescente vestitino di erotismo clandestino con dei sandali neri non troppo alti sui tacchi. E la notte finisce a riflettersi nuda, sinuosa e prorompente. Anzi non finisce…
Come la danza del sole sulla strada del paradiso. Nella direzione opposta alle tendenze. Non c’è che l’idea che la seduca: redistribuire la ricchezza…
Buona Resurrezione.