Gratta, insieme al suo surreale amico Vinci, vanno in fila a tentare la fortuna. Nel bar all’angolo della speranza, sempre affollato anche nei giorni festivi, scorre una particolare allegria…
Domenica rimane in disparte, è una sola isola in mare aperto. Se accetta la ragione si rassegna, se tollera l’abitudine diventa uniforme. Si muove da piano a valle. Da città in paese. Forma un torrente che si avvinghia alla vita, raccoglie frammenti e fa amicizia con la sobrietà. Va in giro di sillaba in sillaba, di vocale in dittongo a metter piede in ciò che è cominciato. Intesse il pensiero e riveste i suoi passi. Li unisce con l’amore che fa tra due silenzi. Non impartisce lezioni, ma ispira con l’arte e cerca di contrastare l’inerte. Si sposta sopravento e, quasi sommergendo i timori della solitudine, afferma: non ho sufficiente energia per fingere, le parole sono come il miele, non devono essere mescolate allo zucchero. Devono permanere pure…