Ci siamo ritratti in noi stessi. Abbiamo staccato la spina con il mondo esterno. Puntiamo il dito contro tutti: il mercato, la sanità privata, la scuola privata, le multinazionali, le pastiglie colorate, il glam abituale, la merce “evergreen” e compagnia bella…
Tassare i ricchi: i parassiti ci fanno schifo. Cammino al tuo fianco, erit. Guarda quanta gente indossa un ridicolo costume da arlecchino. La loro è una ribellione tutta apparente, una specialità della casa: svincolarsi dalle libertà che gli sono piovute dal cielo senza troppi sforzi…
È tutto assurdo. E l’assurdità chissà se merita di essere immortalata, o è solo e soltanto la tendenza che assorbe tutti gli escrementi. Passano la vita intera a invocare giustizia. Ma di punto in bianco alla prima pietra lanciata contro l’ingiustizia chiamano la polizia…
Ma perché non crepano e non si tolgono dal cazzo? Vallo a sapere perché questo malloppo galleggiante di rientrare in un certo ordine di idee campa così a lungo…
Dammi retta: con l’aria che tira come fonte di ispirazione ci vorrebbe una gran figa, altro che rivoluzione… mettiamoci in mostra, facciamo i fenomeni da baraccone, è l’unica cosa che conta… perché tirarsi fuori da una sensazione magnifica: esaurirsi come la gente normale…
Se continuiamo a credere in questo progetto assurdo facciamo una vita di merda, viviamo brutti sogni e poi va a finire che la gente ci evita. È ancora tutto da vedere, ma lo spettacolo è finito… sì o no, erit?
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