L’economista J. Kenneth Galbraith la chiamava “saggezza convenzionale”, e la definiva come “tendenza fisiologica dell’uomo ad associare la verità alla convenienza, ossia con quanto non disturba il proprio interesse, il proprio benessere e il proprio comodo…”
In questa struttura muraria verticale c’è tutta l’inevitabilità del contingente, quella barriera fatta di vissuto e di cultura che ci permette di vedere solo ciò che siamo disposti a riconoscere…
A cosa serve l’arte? A evadere dal carcere…