Un quadro della situazione lo appenderei un po’ più al centro, erit. I mesi passati hanno l’aria di non essere stati utilizzati. Alla corrente di pensiero dominante è andata via la luce, e al lume della speranza tutto si tinge d’oro…
Le buone intenzioni scivolano di soppiatto alle nostre spalle, chiudono le finestre, e restano immobili come statue a guardia del portone. Impediscono ogni via d’accesso…
In questa enclave “occidentaletale” d’ispirazione consumistica, se continuiamo a darci da fare nel criticare a destra e a manca, se continuiamo ad andare avanti con questi epigrammi salaci, non ce la faremo…
Vige un tacito accordo, a destra come a sinistra, perché venga mantenuto il silenzio su questo lavoro-sogno. E la ricerca del consenso somiglia a una discarica a cielo aperto…
Poche settimane fa mi sono trovato di fronte alla Statua della Realtà: la figura in bronzo di un’umanità torturata, seduta sul presente con i piedi incatenati sui problemi, i pensieri accasciati in avanti in seguito al sopraggiungere dell’eterna rassegnazione…
Guardare in faccia la figura era impossibile. Aveva una sporta infilata sulla testa. Non riuscivo ad avere una visione periferica, non so più bene perché, forse davanti alla statua i visitatori facevano ressa e io non volevo ingrossarne le fila…
Forse la voglia mi è passata per via del messaggio brutalmente egoistico che il visitatore-lettore ha voluto appiccicare al tutto. È intenzionato a sbrigare la pratica prima possibile, non mi ha nemmeno offerto il caffè mattutino…
Come promesso ho annullato la riunione. Come si procederà non è del tutto chiaro. Mi basta perdere il filo del discorso e sono già senza parole. Alla fine mi fermo. Sai, me lo sentivo, ma ho voluto provare lo stesso…E tu, erit, come la vedi?…
Fermarsi non è un problema…