Il tempo corre con la regolarità leale e un po’ ottusa di un motore onesto ma senza fuoco. Disgraziato e monotono. Con la sua faccia lunga da ballerino triste. Pensavo che uno come lui abitasse in uno spazio senza frontiere, invece si dà all’allevamento intensivo…
Le giornate appena trascorse non hanno tolto né aggiunto nulla. Rivelavano il superamento ideale dell’esistente. La parola era uno spazio, un modo di essere; una costruzione in miniatura che si reggeva saldamente in piedi in mezzo al degrado silenzioso della bellezza…
Il presente mi fa passare la poesia. Il mio mestiere è scrivere. Uno specchio danza. La lotta di classe è nata su questa terra violata. Non faccio politica. Mi occupo solo di cose che non vedo: denaro e giustizia. Il resto non esiste…
Risplendeva una specie di luce morale, come se l’anima collettiva del genere umano si incarnasse nel suo principio creatore, nella tavola periodica di esperienze negata, nelle sue unità costruttive cancellate dal vocabolario…
Considerato con un metro diverso l‘intero universo invisibile – castelli in aria, miraggi, chimere lontane – si offriva all’analisi logica, e traevo una soddisfazione quasi vertiginosa, nel vedere elementi fantastici tanto familiari là, nel fuori quotidiano…
Nel constatare ciò che in precedenza avevo saputo solo intellettualmente, e cioè che Utopia non apparteneva solo al fantastico ma a tutto l’attuale, ed erano in effetti le unità operative del Presente, l’insieme dei luoghi disponibili, i margini di azione diffusi…
Il tempo che ho deciso di occupare oggi è costituito da una successione di stanze lussuose all’angolo del palazzo già esistente. Uno scritto riesce a incunearsi tra le dita. Non so di cosa stia parlando…
Mentre i pensieri guardano volutamente da un’altra parte, la parola è una espressione alternativa che, al di là di ogni simulazione si sente parte. Rivestita con abiti castigati, e spendendo metà della vita a dormire, al risveglio segue il dubbio che esista l’intelligenza, e Sogna…
