Nel 1999 a Seattle, decine di migliaia di persone scendono in piazza pacificamente contro le politiche di neoliberismo imposte dai poteri economici e dagli stati più ricchi…
A Genova nel 2001, diventano centinaia e centinaia di migliaia. Sono giovani, lavoratrici, lavoratori, studenti, professionisti, che non si sentono più rappresentati da nessun partito politico…
Chiedono impegni sulla tutela dell’ambiente, sul lavoro, sulla giustizia sociale. Si battono contro la progressiva trasformazione della sanità, della scuola e della cultura in oggetti di commercio…
Le istanze avanzate dal movimento no-global al G8 di Genova contro la concorrenza basata sull’impoverimento dei lavoratori, vengono bollate dai media e dalle forze politiche come estremismi…
Il governo guidato da Silvio Berlusconi dispone la chiusura di ampie zone della città. Autorizza l’utilizzo dei reparti antisommossa, l’uso massiccio di spray irritanti e lacrimogeni…
Una violenza sistematica, un modus operandi dello Stato che si ritrova più volte nella storia del nostro paese. Ma quello di Genova non è stato un evento repressivo come tanti in Italia…
Accade qualcosa di mai visto in una nazione occidentale in precedenza. Gli abusi commessi dalle forze dell’ordine portano Amnesty International a definirli come “la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”…
È stato lo sdoganamento della tortura da parte dello Stato. Con Genova è iniziata la criminalizzazione del conflitto sociale per mettere a tacere le idee evidentemente giuste ma pericolose per lo status quo…
Un altro mondo è possibile: democratici, troppo democratici, dunque sovversivi…